VILLA DEMIDOFF

Gigante dell'Appennino

A inizio giugno sono stata invitata ad un weekend dedicato alla scoperta dei comuni di Bivigliano e Pratolino, sulle colline fiorentine. Bivigliano è molto probabilmente una meta famosa per gli amanti dei cammini: è la penultima tappa della Via degli Dei, che si snoda da Bologna a Firenze. I giorni trascorsi qui sono stati così l’occasione per conoscere le molteplici attività che può offrire questa zona tra arte, natura e, ovviamente, buon cibo!

Informazioni utili. Prima di raccontarvi di Villa Demidoff (o Parco Mediceo di Pratolino), vi do qualche informazione utile, se pensate di organizzare un soggiorno da queste parti. 

  • Alloggio. Io ho soggiornato presso Villa Il Trufolo a Pratolino (la trovate su Booking). La sua posizione è molto tranquilla e offre una splendida vista sui colli circostanti e su Firenze. 
  • Cibo. Vi consiglio due ristoranti in cui mangiare la tipica cucina toscana: N°5 Chalet Ristorante e Pizzeria a Bivigliano e Ristorante Zocchi a Vaglia.

Cosa visitare? Oltre a Villa Demidoff, potete raggiungere facilmente le città di Firenze (15 minuti d’auto) e Fiesole (30 minuti). Se preferite invece i trekking, non potete perdervi il Monte Senario: raggiungete il suo Monastero e concedetevi una pausa assaggiando la Gemma d’Abeto, il liquore tipico della zona, prodotto dai frati.
Un altro trekking da fare è quello che porta alla scoperta della ghiacciaia più grande d’Europa. Attualmente stanno anche allestendo il percorso Il Bosco dell’Acqua per scoprire le antiche sorgenti dell’acquedotto mediceo e altri manufatti legati all’uso dell’acqua (lavatoio, burraia…).

Villa Demidoff. Prima di raccontarvi cosa potrete ammirare in questo complesso monumentale, facciamo un po’ di chiarezza sul nome: Villa Demidoff o Parco Mediceo di Pratolino?
In realtà si indica la stessa cosa: quella che era la residenza dei Medici, dopo un periodo di grande declino, venne acquistata dalla ricca famiglia russa dei Demidoff che riportò il parco al suo splendore. Ecco perché è conosciuta con entrambi i nomi.
Acquistata nel 1568 da Francesco I de’ Medici, quella che diventerà Villa Demidoff, non aveva nulla da invidiare alle corti delle più importanti case regnanti d’Europa: aveva un meraviglioso giardino all’italiana ed era un tripudio di fontane e giochi d’acqua che servivano ad intrattenere gli ospiti. Fu progettata da Bernardo Buontalenti, architettato di fiducia di Francesco I, proprio con questo scopo: stupire i visitatori e mostrare la magnificenza dei suoi proprietari.
Sicuramente la scultura più famosa è il Colosso dell’Appennino, opera del Giambologna, una statua di un gigante, alta 14 metri e realizzata in calce e muratura (cava al suo interno), che schiaccia una bestia da cui zampillava acqua. Il suo significato? L’uomo che riesce a dominare le forze della natura.
Un’altra attrazione era la Grotta di Cupido, un vero e proprio gioco studiato per impressionare i visitatori: camminando in punti specifici, uscivano dalla grotta degli spruzzi d’acqua che schizzavano i passanti. Costruita dal Buontalenti nel 1577, è una grotta artificiale decorata esternamente e internamente da spugne e stalattiti in cui erano celati tutta una serie di giochi d’acqua, tra cui un Cupido in bronzo, destinati a bagnare e divertire i visitatori. Attualmente mantiene la struttura originale, ma le decorazioni e le sculture che la ornavano sono scomparse.

In periodo mediceo, nel giardino si trovavano anche una voliera, che ospitava uccelli esotici (i Demidoff la trasformarono poi in una piscina) e diverse statue, la cui maggior parte si trova oggi conservata nel giardino di Boboli a Firenze.
Una curiosità. L’acqua che arrivava fino a qui non serviva solo per abbellire il giardino, ma nella zona denominata Peschiera della Maschera, i Medici allevavano i gamberi di fiume che finivano poi sulle loro tavole.

L’arrivo dei Demidoff. Purtroppo dell’antica villa dei Medici, che sorgeva di fronte al Colosso dell’Appennino, oggi non rimane più nulla. Col tempo l’incuria dovuta alla scarsa manutenzione dei giochi d’acqua che avevano fatto il vanto di questo parco (alcuni si trovavano proprio dentro la villa stessa!) ha fatto marcire le fondamenta dell’edificio, portando come unica conseguenza nel 1700 alla sua demolizione.
Nella storia del parco subentrano i Demidoff quando nel 1822 Nicola Demidoff fu inviato a Firenze come ambasciatore e acquistò la corte riportando il parco al suo splendore. Dal momento che la villa originale non esisteva più, i Demidoff avevano adibito quella che un tempo era la casa della servitù come loro abitazione.
La famiglia animò profondamente la vita culturale e politica della città, spesso impegnandosi anche in importanti donazioni per il popolo. Ebbero così l’onore di essere nominati Principi di San Donato dal Granduca di Toscana, onorificenza concessa solo in rari casi a chi non aveva nobili natali. L’ultimo Demidoff che soggiornò nel parco fu la Principessa Marija, scomparsa nel 1955. La sua tomba si trova dietro la cappella costruita nel 1580 dal Buontalenti.

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