BANSKY. BUILDING CASTLES IN THE SKY

Emilia Romagna

In questo articolo non vi porto alla scoperta di un luogo nuovo, ma ad una mostra… Finora non avevo mai dedicato un post a questo argomento, ma l’arte è una delle mie passioni e avevo sentito la mancanza dei musei durante il Covid.
La prima esposizione che ho deciso di visitare il mese scorso, ora che hanno finalmente potuto riaprire anche le sale espositive é stata quella dedicata a Bansky, il misterioso artista inglese. Perché questa scelta? Ho avuto modo di vedere una sua opera a New York e ne sono rimasta molto colpita. Credo che l’arte si possa fare in molti modi e certamente il suo rappresenta uno dei più particolari degli ultimi anni, non solo per la sua tecnica, ma anche per i significati più o meno nascosti nelle sue opere che ne potenziano l’impatto visivo, facendo riflettere sulla nostra società e sulle sue contraddizioni.

Banksy. Building castles in the sky è questo il nome della mostra che ho visitato a Palazzo Tarasconi a Parma, in occasione delle manifestazioni per Parma città della cultura 2020-21. In esposizione c’erano 100 opere del misterioso street artist di Bristol, tra cui alcuni dipinti, le più importanti serigrafie e numerosi stencil. Un viaggio quindi attraverso le opere più iconiche e la rivoluzionaria poetica del più misterioso e apprezzato degli street artist contemporanei.
Vi mostro alcune delle opere che più mi hanno colpito. 

I topi sono tra i soggetti più rappresentati da Banksy, in quanto vede un parallelismo tra questi animali e la condizione dello street artist. Come lui stesso spiega parlando dei topi: “esistono senza permesso, sono odiati, braccati e perseguitati. Vivono in una tranquilla disperazione tra la sporcizia. Eppure sono capaci di mettere in ginocchio intere civiltà”.
In Love Rat è rappresentato un topo con un grosso pennello in mano che ha appena terminato di tracciare il contorno di un cuore rosso su un muro invisibile. Il simbolismo suggerisce che non importa quanto insignificante la street art possa sembrare a prima vista, ma è degna di amore e che i suoi contributi, seppur piccoli, possono avere un impatto importante sulla comunità circostante.

Barcode, chiamata anche Barcode Leopard Tiger, è la prima immagine in cui l’artista utilizza il codice a barre. Lo stencil è stato realizzato tra il 1999 e il 2000 sul muro di una casa di Pembrock Road a Bristol per poi scomparire nell’agosto del 2010 durante la ristrutturazione della proprietà. Infine, é riemersa quattro anni più tardi in una scuola nelle vicinanze, dove una delle insegnante ha rivelato che il marito era stato uno degli operai che avevano lavorato sul cantiere dell’abitazione. Lo stencil sarebbe dovuto essere demolito, ma i due lo riconobbero come opera di Banksy e ricevettero il permesso dal proprietario della casa di asportare il dipinto. Lo hanno tenuto nascosto sotto il proprio letto per ben quattro anni, fino a quando non è stato mostrato al pubblico. 

La Ragazza con palloncino è forse l’immagine più popolare di Bansky, nonché una delle mie preferite. La dipinge per la prima volta nel 2004, con la tecnica dello stencil, in forma non commissionata su un muro a lato di un ponte della zona di Southbank a Londra. L’artista firma l’opera con un testo che recita: “C’è sempre una speranza”.
Nel suo libro Wall and Piece, Banksy aggiunge: “quando verrà il momento di andare, allontanati in silenzio, senza fare tante storie”. Un’altra versione dello stencil viene collocata da Banksy nel quartiere londinese di Shoreditch. I proprietari del negozio, sul cui muro apparve il lavoro, proposero lo stacco dell’opera per poterla rivendere all’asta, ma suscitarono una tale indignazione popolare che l’opera non fu rimossa. Eppure, dieci anni dopo, nascosti dietro un cartellone pubblicitario, alcuni privati riuscirono a rimuovere lo stencil. Il lavoro riapparve per la prima volta durante la presentazione della mostra Stealing Banksy per poi essere venduto poco dopo.

Con Love is in the air, conosciuta anche con il nome di Flower Thrower (Lanciatore di fiori) ci spostiamo dal contesto britannico a Gerusalemme dove appare per la prima volta nel 2003, come stencil non commissionato, sul muro costruito per separare israeliani e palestinesi nell’area della West Bank. Un muro che, secondo l’artista “…essenzialmente trasforma la Palestina nella prigione all’aperto più grande del mondo”. Nel corso dello stesso anno, Banksy realizza l’edizione su sfondo rosso presente in mostra.
Love is in the air riprende e manipola l’immaginario degli attivisti delle rivolte universitarie che attraversarono Stati Uniti e Gran Bretagna nel periodo della guerra del Vietnam e prende il titolo di una famosa canzone pubblicata nel 1977 dal cantante australiano John Paul Young. Nella sua opera Banksy ribalta l’esito violento del giovane militante collocandogli nella mano una figura evocativa di pace e bellezza: il mazzo di fiori. 

Il Poliziotto volante di Bansky è una delle immagini iconiche dell’artista, realizzata con varie tecniche, in forma non commissionata, nello spazio pubblico. L’opera mostra un agente di polizia in assetto antisommossa, ma con il volto della famosa faccina sorridente. Risulta evidente il simbolismo dello smile contrapposto al fucile, ovvero, come oppressione e minaccia si possano nascondere dietro un volto amico. Flying Copper restituisce la dualità della finzione di custode della pace che, allo stesso tempo, può trasformarsi in un pericolo per la pace stessa. L’opera vuole così suggerirci di praticare sempre del sano scetticismo verso chi amministra il potere.
Un’installazione di Flying Copper era visibile sotto forma di gigantesche figure, realizzate a stencil su cartone sagomato e appese al soffitto, in occasione di Turf War, la prima grande mostra di Banksy che si tenne nel 2003 in un magazzino della East End di Londra. 

Sale ends today è una delle immagini meno conosciute di Banksy dove però il suo sarcasmo la fa da padrone. Nella composizione si riconoscono chiaramente figure stilizzate in bianco e nero, campionate da scene bibliche dei dipinti del XVI-XVII secolo: un gruppo di donne che si dispera davanti alla passione del Salvatore. Nella versione di Banksy tuttavia, il Salvatore biblico non è una persona, ma un banale cartello rosso, il cui scopo è annunciare la fine dei saldi. È questa, secondo l’artista, una vera e propria fonte di disperazione. L’immagine si riferisce alle ricadute che la nostra cultura consumistica ha sui comportamenti collettivi, invitandoci a riflettere sulla relazione tra fede, religione e denaro, sottolineando come la produzione di senso, per secoli fornita dalla religione, é ora fornita da un nuovo dio: i soldi. 

Monkey Queen, letteralmente Regina scimmia, è un’opera realizzata in serigrafia nel corso della mostra Turf War. In occasione dell’esposizione un dipinto a stencil mostrava l’immagine della Regina Elisabetta II con il volto da scimmia, inquadrato in un ovale sullo sfondo della bandiera britannica. Nella versione serigrafica Banksy modifica lo sfondo nella forma di un bersaglio per il tiro. La Monkey Queen è apparsa per la prima volta dipinta a stencil sul finestrone del club londinese Chill Out Zone dove le autorità locali ne chiesero la rimozione in occasione del Golden Jubilee della Regina Elisabetta per i 50 anni della sua incoronazione. Insieme ai topi, le scimmie sono uno degli animali che l’artista utilizza più spesso per costruire i suoi significati e sono collegate al potere. Banksy ha così commentato questo suo lavoro: “la posizione più alta nella società britannica non è una ricompensa per il talento o il duro lavoro, ma un incidente di nascita… Dio salvi la regina”, sottolineando come il compito di prendere decisioni per conto del popolo non sia esito dell’impegno, ma del caso. 

Questa per me è l’opera più geniale, per il posto dove è stata affissa…
Nel 2005 Banksy si introduce come visitatore al British Museum per installare abusivamente su un muro un pezzo di cemento con disegnato a pennarello una figura umana che spinge un carrello per la spesa. Proprio come se fosse un reperto del museo, l’artista vi colloca una didascalia che recita: “Arte murale. Londra Est. Questo esemplare straordinariamente ben conservato di arte primitiva risale all’era post catatonica e si ritiene che raffiguri l’uomo primitivo mentre si avventura verso territori di caccia fuori città. L’autore è noto per aver creato un consistente numero di opere nel sud-est dell’Inghilterra con lo pseudonimo Banksymus Maximus, tuttavia di lui si conosce poco. Purtroppo la maggior parte di questo tipo d’arte non è sopravvissuta. È stata per lo più distrutta da zelanti funzionari municipali incapaci di riconoscere il merito artistico e storico di imbrattare i muri”.
L’opera rimane appesa per ben 8 giorni prima che il personale del museo si accorga dell’intruso, che viene rimosso e conservato nei magazzini. Banksy commenta così: “ora è ospitata nella collezione permanente”. Tredici anni dopo, nel maggio 2018, il British Museum affida al curatore Ian Hislop l’organizzazione di una mostra che racconti la storia del dissenso, della sovversione e della satira. Per l’occasione viene chiesto a Banksy di poter esporre Peckham Trolley e di produrne una cartolina celebrativa. L’autore autorizza. La cartolina, posta in vendita, viene esaurita in pochi giorni.

“Ridi adesso, ma un giorno saremo noi a comandare”, questo recita il cartello indossato dalla scimmia. L’opera è apparsa per la prima volta nel 2002, commissionata da un locale notturno a Brighton per poi essere replicata innumerevoli volte.
Le scimmie sono un soggetto ricorrente nell’immaginario di Banksy. L’artista sostiene che, dalla pubblicazione dell’Origine della specie di Charles Darwin (1859), gli umani hanno fatto di tutto per ridicolizzare i loro parenti più stretti. Nel suo simbolismo la scimmia testimonia l’arroganza dell’umanità nei confronti delle altre specie viventi, proponendo un parallelismo con la facoltà degli umani di creare arte. Anche i graffiti, non a caso, sono stati ridicolizzati in molti modi dispregiativi. Banksy, tuttavia, sostiene che la Street Art sia uno dei mezzi più potenti di espressione artistica nel discorso contemporaneo. Le parole sul cartello della scimmia suonano come una profezia, annunciando che un giorno gli indesiderati, gli umiliati e gli oppressi sorgeranno sul resto della società, e argomenta così: “le persone che deturpano i nostri quartieri sono le società anche scarabocchiano slogan giganti attraverso edifici e autobus, cercando di farci sentire inadeguati a meno che non compriamo le loro cose”.

Nel 2003 Stati Uniti e Gran Bretagna invadono l’Iraq dichiarando guerra a Saddam Hussein ed è l’anno in cui Banksy realizza questa opera. Un milione di persone si era riversata in strada a Londra per chiedere di non combattere e l’artista stesso aveva partecipato alla manifestazione. Nonostante i pareri contrari dell’opinione pubblica, l’Iraq fu attaccato e invaso. Ai militari venne lasciato il compito di raccontarci i mezzi moderni di una nuova forma di guerra: entrano così nel nostro lessico le bombe intelligenti, quelle in grado di colpire il bersaglio, il target, con precisione chirurgica. La realtà veicolata dai media tuttavia mostrò il solito spettacolo della guerra con civili e bambini morti, danni collaterali secondo il potere, veri e propri target secondo Banksy. Molto del suo lavoro consiste nel produrre immagini per smascherare l’ipocrisia del potere, una sorta di pubblicità al contrario.


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