GIORDANIA
Amman – Mar Morto – Ajloun – Jerash – Petra – Kerak – Wadi Rum
Ecco, la Giordania è uno di quei posti in cui ritornerei subito. Ho sempre voluto visitare Petra e dopo aver scoperto che la Ryan Air aveva aperto le rotte per la Giordania, non potevo farmi fuggire l’occasione… All’inizio il viaggio è partito con l’idea di organizzare un weekend lungo a Petra, visitarla e tornare a casa. Poi, guardando bene quanti posti si potevano visitare in Giordania, la vacanza è diventata di una settimana. Dieci giorni sarebbero stati meglio per evitare tutte le corse e camminate fatte per vedere più cose possibili e prendersela con un po’ più calma…
A tal proposito, se soggiornate in Giordania per più di 3 notti, prendete in considerazione di fare il Jordan Pass, che vi dà diritto ad entrare gratuitamente in quasi tutti i siti archeologici e musei del territorio.
Io ho alloggiato ad Amman per tutta la settimana, usandola come base d’appoggio per spostarmi o con i bus turistici della Jett o con autista privato a seconda delle distanze percorse e dei luoghi visitati (non dovunque arriva la Jett). Di solito quando vado in vacanza noleggio un’auto, ma non sapendo bene che tipo di strade avrei trovato in Giordania, ho preferito evitare. E ho fatto bene! Il traffico di Amman è assurdo e hanno la mania di strombazzare il clacson in continuazione. Mio marito, che sarebbe stato l’autista designato, è stato molto felice di non dover guidare
Se dovessi ripartire, però, prenderei in considerazione seriamente la possibilità di essere accompagnata da un autista privato, facendo un vero e proprio tour itinerante del paese.
La Giordania per me è stata una sorpresa: un mix di culture, ospitalità, tradizione e modernità, incredibile. Persone gentili, che se possono ti aiutano e fanno di tutto per farti sentire “a casa”. Ti offrono caffè, the o snack. Ogni volta che dicevo loro “grazie” in arabo (insegnatomi da una ragazza in aereo) erano felicissimi e mi sorridevano tutti, dalle ragazze ai poliziotti. E mi chiedevano stupiti se parlavo arabo. Quando rispondevo di no, che sapevo dire solo quello e che ero italiana, la risposta era sempre un “welcome to Jordan” accompagnato da un sorriso, il che mi faceva sentire come a casa.
LE TAPPE DEL MIO VIAGGIO
AMMAN
Amman è la capitale della Giordania, una città che mescola in sé antico e moderno, dove si incontrano negozietti o mercati tipici e qualche via più in là grandi centri commerciali, che nulla hanno da invidiare a quelli occidentali. Ed è proprio questo fascino a rendere la città unica.
Ad Amman mi sono spostata prevalentemente a piedi e in compagnia di un autista privato che mi ha accompagnato a visitare i luoghi più famosi della città. A tal proposito, se vi spostate a piedi, preparatevi a camminare molto perché la città sorge su numerose colline… quindi mettete in conto di avere con voi delle buone scarpe da ginnastica! Inoltre, un’altra cosa che mi ha colpito è stata la pochissima presenza di alberi e zone ombreggiate (ma dovevo aspettarmelo), di panchine in cui sedersi per una breve sosta e delle strisce pedonali.
Luoghi di particolare interesse sono la Moschea di Re Abdullah (chiamata anche Moschea Blu) e la Cittadella.
La Moschea di Re Abdullah, ultimata nel 1989 e dedicata al nonno del defunto re Hussein, si riconosce appunto per la sua cupola azzurra, che misura 35 mt. di diametro. Può ospitare fino a 7.000 fedeli all’interno e 3.000 nel cortile. Inoltre è l’unica Moschea di Amman che accoglie i visitatori non musulmani.
La Cittadella permette non solo di vedere Amman dalla collina più alta della città (850 mt), ma di ammirare il sito dell’antica Rabbath-Ammon. Al suo interno si trovano manufatti risalenti all’età del bronzo, ma a colpire i visitatori sono soprattutto le due imponenti colonne del Tempio di Ercole, costruito in età romana. I Romani, infatti, ricostruirono la città, denominata Filadefia, con strade ornate di colonne, bagni pubblici, un teatro e imponenti edifici pubblici. La città ebbe così un periodo di splendore grazie alla sua posizione che collegava le proficue rotte commerciali del Mediterraneo con l’interno fino all’India e alla Cina.
Un altro luogo particolarmente suggestivo è il teatro romano, che rappresenta lo splendore della Filadelfia romana. Scavato in una collina, può ospitare fino a 6.000 posti a sedere. Risale probabilmente al II secolo d.C. quando fu edificato sotto l’imperatore Antonino Pio. Da qualche anno, dopo vari restauri, è tornato alla sua funzione originaria e ospita concerti in estate.
Altro luogo interessante da visitare è il Museo della Giordania, considerato uno dei migliori del Medio Oriente. I suoi reperti illustrano la storia del territorio. Da non perdere al suo interno: i rotoli del Mar Morto e le statue di gesso di Ain Ghazal, le statue raffiguranti esseri umani più antiche al mondo (realizzate 9.500 anni fa).
Ovviamente non può mancare anche una pausa gastronomica mentre si visita la città. Consiglio Hashem Restaurant per gustare i migliori felafel e hummus della città e Habibah, pasticceria famosa per i suoi tipici dolci mediorientali, tutto a prezzi veramente economici.
Per quanto riguarda la gastronomia, una menzione speciale per me va al caffè giordano. Diverso dal nostro, è aromatizzato al cardamomo, che gli conferisce un particolare gusto dolce e forte. A me, che il nostro caffè non piace, questo lo adoravo!
MAR MORTO
Il Mar Morto è il punto più basso sulla Terra: 420 mt sotto il livello del mare. Propriamente è un lago salato, che si trova tra Giordania, Israele (che potete vedere sulla sponda opposta) e Cisgiordania. Oggi il suo divario continua ad aumentare: il suo livello continua a scendere, rischiando di portare così il Mar Morto alla sua scomparsa nel medio-lungo periodo.
Fare il bagno nel Mar Morto è davvero un’esperienza unica e molto particolare: la sua acqua ricca di sali riesce a tenere da sola a galla i bagnanti. Galleggiare sulle sue acque è una sensazione strana e vi darà l’impressione di non avere del tutto il controllo sul vostro corpo: se proverete a stendere le gambe per mettere i piedi a terra, vi sarà praticamente impossibile… al massimo potrete dare qualche goffa bracciata per nuotare
Oltre ad essere famoso per le sue acque, il Mar Morto è conosciuto anche per i suoi fanghi, un prodotto naturale perfetto per la cura della pelle. In spiaggia troverete anche delle anfore da cui è possibile prelevare il fango per potersi fare un trattamento termale fai da te.
Stare immersi molto tempo nelle sue acque non è consigliabile proprio a causa della sua alta salinità: rischierete infatti di uscire dell’acqua con qualche graffio o taglio di cui non vi siete accorti (e attenzione a non fare entrare un po’ d’acqua negli occhi!).
Per accedere alle spiagge del Mar Morto avete diverse possibilità, dalla spiaggia di Amman Beach (frequentata soprattutto dai locali) a quelle dei vari resort che offrono ingressi giornalieri. Io, ad esempio, ho scelto un pacchetto della compagnia di bus Jett che includeva anche l’accesso e il pranzo al Movenpick Resort.
Una curiosità: sapete perché il Mar Morto si chiama così? Fu Pausania, geografo e storico greco, a chiamarlo in questo modo, dopo essersi accorto che l’alta concentrazione di sale rendeva le sue acque ostili allo sviluppo della vita.
AJLOUN
Il castello di Ajloun era utilizzato, grazie alla sua posizione elevata, dominante sulla Valle del Giordano, per trasmettere messaggi tra Damasco e Il Cairo nella guerra contro i crociati. Il castello fu costruito sul Monte ‘Auf (1250 mt) tra il 1184 e il 1188 da un generale (e nipote) di Saladino.
I metodi scelti per trasmettere questi messaggi? Piccioni viaggiatori e segnali luminosi.
JERASH
Jerash è uno dei siti romani meglio conservati in Medio Oriente. Le sue rovine rendono perfettamente l’idea di quello che doveva essere il suo splendore in epoca romana: nel 63 a.C. fu conquistata dal generale Pompeo e annessa alla Lega della Decapoli, che raggruppava le dieci grandi città romane.
In epoca romana era conosciuta con il nome di Gerasa ed è una testimonianza della grande opera di urbanizzazione condotta dai Romani. Basta ammirarne le strade lastricate, i colonnati, i templi, i teatri, le piazze pubbliche, i bagni termali, le fontane e le porte cittadine. Camminando per le sue ampie rovine (considerate tra le 3 e le 4 ore, di portarvi con voi scarpe da ginnastica, acqua e cappello) si può certamente capire perché è una delle principali attrazioni del paese.
Dopo essere entrati dalla Porta di Adriano nella zona delle rovine, non potrete non rimanere colpiti dal suo Foro, un’imponente piazza dalla forma ellittica, delimitata da colonne, che rappresentava il vero centro della città romana.
PETRA
“Non saprai mai che cos’é Petra in realtà a meno che tu non ci venga di persona”
(Lawrence d’Arabia)
Petra: c’è da aggiungere altro?
Se è uno dei più celebri siti che l’Unesco ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità, basta trascorrerci qualche ora per capire il perché di questa scelta…
Petra fu scoperta dall’esploratore svizzero Johann Ludwig Burckhardt nel 1812. In realtà i beduini locali sapevano già della sua collocazione, ma preferirono mantenerla segreta. Fu solo con Burckhardt che Petra divenne famosa anche in Occidente.
Quando si parla di Petra non si può certamente non pensare al popolo dei nabatei, una tribù nomade, proveniente dall’Arabia occidentale, a cui si deve la costruzione di molti dei monumenti che sono giunti fino a noi. I nabatei, popolo di mercanti, arrivarono a Petra intorno al VI secolo a.C. Durante i 500 anni successivi, grazie alle loro ricchezze, portarono la città al suo periodo di massimo splendore. Si stima che durante il regno di re Arenas IV (tra l’8 a.C e il 40 d.C.) la città arrivò ad ospitare circa 30.000 persone, tra cui scribi ed ingegneri idraulici che costruirono una ricca rete di canali e dighe per proteggere la città.
Per entrare nel vero centro di Petra, si percorre una strada attraverso dei canyon che conducono al Tesoro, l’immagine iconica che tutti conosciamo di Petra. Scavato in una parete di arenaria, il Tesoro era destinato ad ospitare la tomba del re nabateo Arenas III. Il suo nome deriva dal fatto che secondo la leggenda un faraone egizio, mentre inseguiva gli israeliti, nascose nell’urna posta sulla facciata il suo tesoro. Questo spiega anche perché l’urna è crivellata da colpi di fucile: a quanto pare in molti hanno creduto a questa leggenda…
Petra non è solo il Tesoro. Altri monumenti da ammirare sono certamente le Tombe Reali e il monastero.
Le Tombe Reali sono, come dice il nome, i più imponenti luoghi di sepoltura della città. A colpire è il colore della roccia all’interno delle tombe: una miriade di colori che avvolgono le pareti e che non possono che lasciare il visitatore impressionato.
Quasi di fronte alle Tombe Reali si trova il teatro. Fu costruito dai nabatei oltre 2.000 anni fa, i romani al loro arrivo lo ampliarono arrivando ad una capienza di 8.500 spettatori. Anche se fu danneggiato e in parte demolito da un terremoto nel 363 d.C. resta uno dei monumenti principali da visitare.
Altro luogo da visitare è il Monastero. Nascosto fra le colline, è uno dei monumenti simbolo di Petra. Anche se ricorda il Tesoro, è molto più grande. Originariamente fu costruito come tomba dai nabatei, ma deve il suo attuale nome alle croci scolpite sulle pareti interne. Si ipotizza che ciò sia dovuto al fatto che in epoca bizantina fosse stato adibito a chiesa.
Arrivare al Monastero è abbastanza impegnativo: bisogna percorrere un sentiero di circa 800 scalini scavato nella roccia. Se avete poco tempo a disposizione (come me) o non ve la sentite di percorrere il sentiero a piedi, si può fare il percorso a dorso di un asino con guida. Un’esperienza diversa del solito, anche per chi ha un minimo di dimestichezza con l’andare a cavallo
KERAK
Kerak (o Karak) è un’antica roccaforte crociata, divenuta una delle principali attrazioni turistiche della Giordania. Fu proprio in questo luogo che si decisero le sorti di molti re e nazioni. Situato a 900 mt sopra il livello del mare, permetteva infatti di vedere tutto il territorio circostante.
In particolare fu il luogo di scontri leggendari tra i crociati (soprattutto franchi) e le truppe musulmane di Saladino.
WADI RUM
Pensate all’idea del deserto che avete nella vostra mente… ad un luogo sconfinato, senza nulla, se non sabbia e sole: ecco, questo è il Wadi Rum.
Anche se può sembrare un luogo inospitale alla vita, in realtà nasconde numerosi pozzi e sorgenti, che hanno permesso di costruire nel suo territorio insediamenti fin dall’antichità. Le circa 30.000 iscrizioni e disegni che si trovano sulla superficie delle pareti arenarie ne sono una testimonianza.
A rendere famoso il Wadi Rum fu soprattutto Thomas Edward Lawrence (Lawrence d’Arabia) che vi abitò nel 1917 e vi insediò, insieme al Principe Faisal Bin Hussein, il suo quartier generale durante la Rivolta Araba contro gli Ottomani. Oggi il territorio del Wadi Rum con i suoi paesaggi incantati e senza tempo è diventato anche il set di molti film, come The Martian e Star Wars.
Da non perdere assolutamente è lo spettacolo del tramonto, che visto da qua assume un fascino unico!
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