PHUKET
Thailandia
L’idea di andare in vacanza in Thailandia mi è venuta quasi per caso. Ovvero, era gennaio e avevo trovato un’offerta per dei voli particolarmente economici per andare a Phuket in dicembre, poco prima del periodo natalizio. E con mio marito ho detto: “scusa, ma se a dicembre andassimo in Thailandia al caldo, visto che non siamo mai stati in Asia?”.
Sono, quindi andata in agenzia viaggi, perché ero un po’ timorosa ad andare così lontano, prenotando con così largo anticipo e preferivo avere un appoggio qua. Quando ho detto al ragazzo dell’agenzia dove volevo andare, le offerte che avevo trovato e quale era il budget era molto perplesso sulla fattibilità della cosa (soprattutto del costo dei voli)… Invece dopo poche ore mi ha mandato una mail dicendomi che avevo ragione!
Siamo così andati per 10 giorni in vacanza sull’isola di Phuket. Partiti da Malpensa, ci abbiamo messo 12 ore ad arrivare, con un breve scalo sia all’andata che al ritorno ad Abu Dhabi. Abbiamo volato con Ethiad Airways e ci siamo trovati molto bene. Appena arrivati a Phuket, usciti dall’aeroporto, la prima cosa che ho pensato era che sembrava di essere in pianura padana in piena estate: c’era un’umidità pazzesca!
Abbiamo alloggiato a Karon. In hotel avevamo solo la colazione. Pranzi e cene li abbiamo fatti tutti fuori, anche perché con 15€ mangiavi tranquillamente in due in buoni ristoranti.
Ricordatevi due cose però se andate in Thailandia. La cucina thai è davvero molto speziata e piccante, quindi, se il piccante vi piace poco, come a me, chiedete sempre indicazioni ai camerieri. Hanno anche delle zuppe molto buone, ma con il caldo che c’era le zuppe bollenti non erano proprio il massimo.
I thailandesi, inoltre, sono molto rispettosi delle loro tradizioni, della loro famiglia reale e religione, quindi mostrate sempre comportamenti adeguati. In cambio, incontrerete un popolo cordiale, sorridente, molto disponibile e famoso per la sua ospitalità di primo livello: se la Thailandia è chiamata “il paese del sorriso”, un motivo c’è!
Si calcola che ogni anno circa 5 milioni di turisti provenienti da ogni parte del mondo visitino Phuket, concentrandosi soprattutto nella zona sud-ovest dell’isola, dove si trova appunto Karon. Questa zona non offre solo uno scenario tropicale con acque cristalline e dolci colline, ma ha anche parchi naturali incontaminati, luoghi culturali, aree per immersioni e riserve per animali selvatici. Offrendo comunque al visitatore un’esperienza a 360 gradi con intrattenimenti come bar e ristoranti.
Purtroppo questa zona è diventata tristemente famosa il 26 dicembre 2004, quando un immenso tsunami nell’Oceano Indiano costò la vita a circa 8.000 persone nel giro di minuti. Lungo le strade di alcuni paesi è possibile vedere dei cartelli con la scritta “evacuation road” che indica la strada da seguire nel malaugurato caso dovesse ripetersi un evento simile.
COSA VEDERE
KARON BEACH
A Karon abbiamo soggiornato all’Ikon Hotel: un hotel davvero splendido e dove ci siamo pure concessi due volte nella sua spa dei fantastici massaggi thailandesi. Se siete interessati a rilassarvi con qualche massaggio tradizionale thai, anche lungo le spiagge dell’isola troverete spesso lettini da massaggio con tettoie. Io ovviamente ho provato anche i massaggi fatti direttamente in spiaggia!
Per spostarsi e visitare l’isola, abbiamo noleggiato uno scooter. Pensare di girare in auto era assolutamente impensabile, visto il traffico pazzesco. Inoltre, in Thailandia guidano a sinistra e non sono sempre rispettosi delle regole stradali. Basti pensare che era facilissimo incontrare 3 o 4 persone, magari genitori e bimbi, sullo stesso scooter. Io, quindi, vi sconsiglio caldamente di noleggiare un’auto, se non volete trovarvi in difficoltà.
La spiaggia di Karon è molto ampia (circa 5 km) e anche più tranquilla rispetto a quella dei paesi vicini, come Patong e Kata, quindi perfetta se volete un po’ di privacy e relax. Se andate in spiaggia a prendere il sole e il cielo è nuvoloso, non fate come me e non lasciatevi ingannare, soprattutto se siete di carnagione chiara: io, nonostante ci fosse nuvolo e avessi una protezione 30, sono comunque riuscita a scottarmi…
Una zona molto frequentata di Karon è il suo punto panoramico, che permette di avere una splendida vista delle spiagge di Kata Noi, Kata e della stessa Karon. Chiamato Collina delle tre spiagge, dal momento che si trova tra le morbide colline a sud-ovest di Phuket, consente di ammirare un fantastico panorama dell’isola. Si raggiunge tramite la strada costiera sud verso Naiharn.
SIAM SAFARI PARK
La Thailandia è famosa anche per il culto dell’elefante, animale diventato simbolo del paese visto che questo animale è stato sempre molto importante per la storia, la cultura e la religione del popolo thailandese. Il motivo risiede in ambito religioso: nelle due religioni più diffuse nel paese, il Buddismo e l’Induismo, la figura dell’elefante ricopre un ruolo chiave.
Il Siam Safari Park è famoso per l’estrema cura con cui tratta gli animali. Mi sarebbe piaciuto infatti andare a vedere gli elefanti, ma una cosa mi era chiara: non sarei mai andata in un posto in cui vengono usati solamente come attrazione per i turisti, maltrattati e senza nessun rispetto per loro e le loro condizioni di salute. Mi sono quindi documentata prima di partire da casa. I centri di recupero più grandi di questi animali erano tutti nel nord della Thailandia e quindi non raggiungibili. Il Siam Safari Park era l’unico nella zona vicina a Karon che mi desse questa certezza.
Oltre a poter vedere da vicino gli elefanti, il parco permette anche di immergersi nella cultura locale e di conoscere da vicino le tradizioni agricole thailandesi, come la dimostrazione dell’aratura dei campi con il bufalo d’acqua, la preparazione del curry, l’apertura delle noci di cocco, la coltivazione del riso e la lavorazione dell’albero della gomma. Chi vuole può anche cimentarsi con il trekking sugli elefanti, accompagnato da una guida esperta, attraverso percorsi nella giungla.
Inoltre, all’interno del parco si trova un ristorante in cui potrete assaggiare i piatti della tradizione culinaria locale.
TEMPIO BIG BUDDHA
Non notare questo enorme sito religioso è praticamente impossibile, dal momento che sulla sua cima c’è una grande statua di Buddha alta ben 45 metri.
Ricordatevi se avete intenzione di visitarlo, che è un importante sito religioso e vestitevi di conseguenza. All’ingresso, quando ci sono andata io, erano comunque presenti delle signore, che fornivano veli per coprirsi a chi aveva abbigliamento scollato o maniche corte o pantaloni molto corti. Io solitamente giro con un coprispalle nello zaino o nella borsa, così so che posso entrare nei siti religiosi, sia in Italia che all’estero, senza problemi.
La gigantesca statua di Buddha, scolpita in marmo bianco birmano, lo vede raffigurato seduto, a gambe incrociate, su un podio decorato con fiori di loto. Il tempio si trova in cima ad una collina, a 400 mt sul livello del mare e permette di avere anche un’ampia vista dalla baia di Chalong fino al mare delle Andamane. Ed é probabilmente anche per questo che é uno monumenti religiosi di Phuket che attrae più turisti. Se la statua offre uno spettacolo molto suggestivo, se vista dal livello del mare, vederla dalla cima della collina é ancora più affascinante.
Oltre alla gigantesca statua di Buddha, da ammirare ci sono anche statue di altezza più ridotta, decorate da file di campanelli tintinnanti. Vicino al sito religioso, si trovano anche diverse scimmie che circolano in libertà sugli alberi.
TEMPIO WAT CHALONG
Il tempio buddista di Wat Chalong è quello più famoso dell’isola di Phuket (si trova circa 6 km da Phuket Town). Visitandolo, è impossibile non rimanere affascinati dai suoi numerosi edifici colorati. In particolare una di queste pagode (la Grand Pagoda) si ritiene conservi un frammento di osso di Buddha. Inoltre, ad impreziosire il tempio si trovano dipinti murali che raccontano la sua vita, immagini e sculture sacre a grandezza naturale a cui i thailandesi sono soliti chiedere benedizioni. Le statue sono la raffigurazione di vecchi abati del tempio. Realizzate in bronzo, ma ricoperte di foglie d’oro, si crede che permettano ai fedeli di accumulare meriti attaccandoci sopra appunto foglie d’oro.
Nell’area del tempio, vicino alla sala dei sermoni, troverete anche delle strane strutture ad alveare. Queste vengono utilizzate dai devoti per scoppiare al loro interno dei petardi per ringraziare delle preghiere esaudite.
Di Wat Chalong mi ha colpito, oltre che la bellezza degli edifici, la pace e l’atmosfera di misticismo che vi aleggiavano. In particolare per me la foto che racchiude meglio questa atmosfera è quella che vede un cane e un gatto serenamente coricati su due panchine una di fianco all’altra. Non so, sarà forse perché amo questi due animali per ragioni affettive, ma vedere così vicini, in piena sintonia, due animali che di solito si ritengono “nemici” (che poi non è vero nella pratica!) ha contribuito a rafforzare questo senso di pace e serenità verso il mondo circostante.
PHUKET TOWN
A Phuket Town ci sono stata una sera, dal momento che mi era stato consigliato di visitare il mercato serale. Un’occasione perfetta non solo per trovare souvenir da portare a casa, ma anche per immergermi nella cultura locale. Il suo mercato notturno infatti vende gli stessi prodotti di quelli di Patong, Kata e Karon, come magliette, abiti, sculture in legno, dipinti e bigiotteria.
Se ve la sentite, ricordatevi di trattare, perché è facile che i commercianti scendano rispetto al costo originario esposto, che tende ad essere un po’ più caro del dovuto.
Il mercato non è frequentato solo da turisti infatti, ma anche dalla gente del posto. Oltre a bancarelle che vendono oggettistica, prodotti di artigianato e abbigliamento, ci sono anche quelle di cibo e prodotti di gastronomia tradizionali, perfetti per fare uno spuntino durante lo shopping.
Se siete coraggiosi e non avete paura di assaggiare qualcosa di, diciamo, alternativo, trovate anche banchi in cui vendono come cibo gli insetti… Praticamente vengono quasi tutti fritti, ma la forma degli insetti si riconosce comunque bene. Ecco, io non sono stata così coraggiosa da assaggiarli. Voi l’avreste fatto?
PHI PHI ISLAND
Credo che sulle Phi Phi Island sia già stato detto tutto. Sono una delle località balneari più famose al mondo per il loro mare cristallino e le spiagge bianche, rese celebri anche da film, tra cui The Beach con Leonardo Di Caprio. L’arcipelago si compone di sei isole, di cui solo due abitate e distano circa 50 km da Phuket.
Secondo me sono il perfetto esempio di un posto che può essere descritto senz’altro meglio con le immagini, che ne mostrano tutta la magia, che con le parole.
TEMPIO KOH SIREY
Il tempio Koh Sirey si trova in cima ad una collina permettendo così anche una splendida vista del panorama del mare di Phuket. Il suo nome deriva dalla piccola isola su cui sorge, che è collegata a Phuket da un ponte. La sua particolarità la presenza di una grande statua di Buddha sdraiato. Inoltre, è possibile anche ammirare una riproduzione della Golden Rock presente in Birmania (uno dei più importanti luoghi di pellegrinaggio buddhista dello stato).
Legato al tempio Koh Sirey ho un ricordo particolare, ovvero di un dialogo tra me e un monaco buddista… niente di strano se non fosse che io parlavo in italiano e lui in thailandese.
Mentre visitavo la parte bassa del tempio, ho incontrato questo monaco. Io ho capito che volesse indicarmi di visitare la parte alta del tempio, dove c’è la statua di Buddha sdraiato, una delle sculture più famose. Abbiamo iniziato il dialogo con lui che mi parlava in thailandese, io gli rispondevo in inglese, lui continuava a parlare in thailandese, io ho iniziato a parlargli in italiano, poi abbiamo comunicato a gesti… e credo che alla fine ci siamo capiti.
PHROMTHEP CAPE
É uno dei punti più spettacolari dell’isola in cui ammirare il tramonto. Io ho avuto la sfortuna che in cielo ci fosse della foschia (credo a causa della grossa umidità) e di non aver potuto godermi lo spettacolo. Phromthep Cape si trova nella zona di Naiharn beach. Situata all’estremità meridionale e incorniciata da dolci colline, permette di ammirare uno degli scenari tropicali maggiormente suggestivi dell’isola.
Al momento del tramonto lo riconoscerete dalla folla presente per osservare il cielo multicolore sul mare delle Andamane. Non stupitevi quindi se arrivati qui troverete persone con gli occhi puntati verso ovest: l’imperativo é quello di non perdere le cromature di rosso, porpora e arancio che appaiono all’orizzonte durante il tramonto.
ISOLE SIMILAN
Le Similan sono il luogo più vicino al paradiso in Terra che io abbia mai visto. Ecco, se devo immaginare un luogo paradisiaco per me le isole Similan ne sono la rappresentazione: cielo e mare blu, che si fondono insieme, e spiagge di sabbia bianchissima. Ma, per raggiungere il Paradiso, bisogna attraversare il Purgatorio.
Il mio personale Purgatorio é stato il viaggio per raggiungerle. Faccio una piccola premessa: io soffro il mal di mare, ma proprio tanto…
L’escursione alle isole l’ho prenotata in un tour office locale, lo stesso dove avevo prenotato quella a Phi Phi Island. La signora dell’ufficio, a cui avevo spiegato il mio mal di mare, mi aveva preso sotto la sua ala protettrice, visto che anche lei soffriva dello stesso problema e mi ha chiesto se ero veramente sicura di volerci andare…
Le Similan si trovano nel mare delle Andamane a circa 50 km da Khao Lak. Al porto, da dove partiva il motoscafo, ci ha portato un pulmino e ci sono volute circa due ore da Karon. Arrivati al porto, l’equipaggio ci accolto fornendo a chi voleva una pillola contro il mal di mare dicendoci che l’andata l’avremmo fatta controcorrente su un mare particolarmente agitato… C’è voluta circa un’ora e mezzo per arrivare alle isole e io sono stata male tutto quanto il viaggio. Devo dire però che l’equipaggio è stato molto gentile e, siccome non ero l’unica a stare male, venivano spesso chiedermi come stavo e a darmi un unguento che doveva in teoria servire contro la nausea. Ho poi scoperto che il viaggio d’andata è sempre così, quindi se ci andate, mettetelo in conto. Il ritorno invece è stato tranquillissimo.
Una volta arrivati, ad attendervi troverete spiagge intatte e disabitate, formate da sabbia bianchissima che contrasta con le formazioni rocciose grigie. Le acque offrono una visibilità incredibile, perfetta per ammirare la sua colorata fauna marina e le splendide barriere coralline
KATA NOI
Uno dei posti in cui ho visto uno dei tramonti più belli della mia vita è la spiaggia di Kata Noi. Ci sono stata poco tempo, giusto quello necessario a fare un bagno, ammirare lo spettacolo del tramonto e cenare in un ristorante a due passi dalla spiaggia.
Le immagini del tramonto parlano da sole e capirete perché merita anche solo una breve visita…
PATONG
Ecco, diciamo che se cercate una località tranquilla in cui rilassarvi, Patong non fa propriamente al caso vostro.
Patong non solo è una delle aree turistiche più frequentate della zona, offrendo un gran numero di alberghi, ristoranti e bar, ma di sera cambia aspetto…
Io ci ho fatto un giro una serata, perchè mi era stato detto che era una zona così particolare da vedere, ma di prepararmi per la gran quantità di locali notturni, di ogni tipo, che avrei trovato: da quelli più classici a quelli più particolari. E che nonostante fossimo in coppia, sia io che mio marito (in realtà più lui) saremmo stati fermati e invitati ad entrare in ogni tipo di locale, dai più classici bar ai locali a luci rosse.
L’arteria principale dei locali si chiama Bangla Road. Trovarla non è difficile viste le insegne al neon e la musica che proviene da ogni direzione. Alcuni visitatori stranieri possono rimanere stupiti dalle norme sessuali molto libertine della zona, in cui regna la presenza di transessuali, prostitute, ragazze in abiti succinti e promoter dei locali che animano la via dopo il tramonto. Ma se non notare la componente a luci rosse della zona è quasi impossibile, non significa che Patong offra solo questo genere di svaghi. Ma se alloggiate qui, sappiate che di certo non avete scelto la zona più tranquilla dell’isola.
In questo caso però non ho foto della via, non perché abbia fatto quali follie, ma perché francamente mi sarei trovata un po’ a disagio nel farle. Oltre al fatto che non è che ci fosse granché di particolare da fotografare…
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