STREET ART A REGGIO EMILIA
Emilia Romagna
Oggi vi porto con me alla scoperta di un angolo di Reggio Emilia che coniuga storia e modernità: il complesso delle ex Officine Reggiane.
Vi chiederete il perché di questa scelta che può apparire insolita per un blog di viaggi: perché ora questo complesso è stato riconvertito diventando un polo di innovazione e un vero laboratorio di street art con i suoi capannoni decorati con le opere di diversi artisti.
Forse non lo sapete, ma gli esempi di street art in Emilia sono molti. Da poco ho deciso di aderire al progetto delle amiche della community di blogger di Viaggi. Cibo. Emilia che si propone proprio di promuovere la cultura e la storia del territorio emiliano attraverso articoli bimestrali su temi comuni da trattare in base alle nostre province di provenienza.
Io, come accennato prima, vi porterò con me a Reggio Emilia, ma esempi di street art si trovano anche a Modena. Se volete approfondire, vi rimando all’articolo di Iole sul suo blog Ioleontour che ci parla proprio dell’arte urbana della sua città. Potete conoscere tutti i suggerimenti sui posti da visitare sulla pagina Instagram di Viaggi.Cibo.Emilia e se visitate uno dei posti proposti, non dimenticate di taggarci!
Ma torniamo a noi. Il tema di questo articolo, come vi dicevo, è la street art e niente a Reggio Emilia più che le ex Officine Reggiane ne è un esempio.
Devo dire che io sono una fan della street art, come di tutta l’arte in generale, e immergermi in questo laboratorio artistico è stata davvero una bella esperienza!
SCOPRI CON ME:
LA STORIA DELLE OFFICINE REGGIANE
Le Officine Reggiane sono state un pezzo importante della storia di Reggio Emilia e una delle principali realtà industriali nazionali. La loro storia nasce nel 1901 quando Romano Righi fondò una piccola officina di riparazioni ferroviarie. Nel 1904 entrò in società Giuseppe Menada e l’azienda prese il nome di Officine Meccaniche Reggiane.
Sono stati migliaia nel corso degli anni i dipendenti provenienti da ogni parte d’Italia che hanno lavorato qui. Uno dei punti di forza delle Reggiane fu certamente la sua grande versatilità che le permise di concentrare la produzione su quelle che erano le esigenze del mercato del momento, soprattutto durante il periodo bellico. Anzi, fu proprio in quegli anni che l’azienda vide il suo momento di massima espansione grazie alle commesse militari, diventando un punto di riferimento per la produzione aeronautica e arrivando ad impiegare più di 12.000 dipendenti. Nel corso del tempo nei suoi capannoni vennero prodotti carrozze, locomotive, aerei, macchinari agricoli, attrezzature portuali e tanto altro.
Il periodo più difficile per l’azienda fu quello tra il 1949 e il 1951 quando la produzione fu quasi azzerata, dal momento che il trattato di pace imponeva la rinuncia alle costruzioni aeronautiche e le sole produzioni ferroviarie e agricole non bastavano per garantirne la sopravvivenza. Nel 1949 si aprì una lunga vertenza sindacale che culminò con l’occupazione dello stabilimento da parte degli operai per 368 giorni.
Ciò non riuscì tuttavia ad evitare loro il licenziamento di massa. Dagli anni Cinquanta le Reggiane continuarono a produrre materiali ferroviari e impiantistica, fino ad arrivare alla cessazione totale dell’attività nel 2008.
Oggi l’Archivio Storico delle Reggiane è uno dei più importanti fondi documentali industriali d’Italia. Per approfondire, potete consultare qui il loro sito.
LE REGGIANE OGGI
Dove un tempo sorgevano le Officine Reggiane oggi sorge il Parco Innovazione e Tecnopolo di Reggio Emilia. In particolare il Capannone 19 ospita tra gli altri laboratori di ricerca avanzata e un incubatore per start up innovative. Prima di dare ai capannoni questa nuova vita, sono state per diversi anni la casa di molti senza dimora che qui avevano creato un vero e proprio quartiere in cui vivere.
Oggi il recupero dell’area ha riguardato non solo l’insediamento delle aziende all’avanguardia che ospita e che vogliono essere il motore dello sviluppo economico, culturale e sociale della città, ma anche dei suoi capannoni. Le opere dipinte sui loro muri hanno lo scopo di contribuire alla riappropriazione di un luogo così importante per la storia di Reggio Emilia.
Tutto è iniziato nel 2012, quando un gruppo di ragazzi ha dato vita alle prime opere di street art. Da allora questi muri sono diventati un vero punto di riferimento per l’arte urbana nazionale e internazionale e la “tela” dove decine di artisti raccontano con differenti stili le loro storie con opere che contribuiscono a dare nuova identità a quest’area industriale.
Ammirare dal vivo tutte le opere non è possibile, ma spero possa diventarlo presto, perché l’ingresso ai capannoni non è consentito. Ma vi basterà passeggiare per vedere tutte le opere presenti sui muri perimetrali.
Se invece volete fare un tour online e sbirciare anche all’interno dei capannoni, vi rimando qui.
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